Si tratta di una vera novità nel panorama delle proposte turistiche subacquee degli ultimi anni in quanto il Messico, ed in particolare l'area turistica della Riviera Maya, solo 4/5 anni fa, ha iniziato a sviluppare una qualità di servizi turistici tale da soddisfare una clientela subacquea differente ed interessata, in particolar modo, alla possibilità di effettuare immersioni, aperte a tutti, ma diverse da quelle in mare: “i cenotes”. Sino a pochi anni fa, le immersioni nei cenotes erano riservate esclusivamente agli esploratori, ai ricercatori ed a pochi altri appassionati speleosub, prevalentemente nordamericani, sia per le tecniche necessarie per effettuare questo particolare tipo di immersione nelle grotte (la parte piu’ profonda dei cenotes), che per la difficoltà di raggiungere questi luoghi, mirabilmente occultati dalla natura all'interno della giungla. Recentemente, i proprietari dei più importanti cenotes della Riviera Maya hanno iniziato a creare, in alcune zone, le infrastrutture necessarie all'accoglienza del turista subacqueo, focalizzando comunque la loro attenzione alla tutela e salvaguardia di questi fragili ecosistemi naturali. La Riviera Maya è nota per la quantità e la bellezza dei suoi “cenotes”. A Playa del Carmen e nella zona limitrofa, oltre alle consuete e affascinanti immersioni nelle acque del Golfo del Messico, si ha la possibilità di fare una nuova ed emozionante esperienza immergendosi nei "cenotes". Piccoli lagune o colassi rocciosi distribuiti nella foresta come perle, che sono la porta di entrata di un mondo subacqueo incredibile fatto di caratteristiche grotte sotterranee piene di acqua, ricche di storia e di rara bellezza, collegate tra loro da una serie infinita di arterie sotterranee. A prima vista sembrano delle semplici aperture nel terreno colme d’acqua ma, accompagnati da guide esperte, sul fondo si trova l’entrata per spettacolari caverne e grotte da scoprire: un mondo unico di gallerie che si estendono per chilometri nel sottosuolo, collegando molti “cenotes” fra di loro e dando al subacqueo la sensazione di essere in un mondo incantato. Fossili di pesci e di conchiglie, pezzi di quarzo che illuminati dalle lampade creano riflessi magici, stalattiti e stalagmiti con dimensioni da 1 a 18 metri, che dominano ovunque le ampie sale sommerse da acqua di una trasparenza senza eguali, che crea, con l’illuminazione delle torce, particolari effetti di rifrazione e di luminosità. E’ in questi pozzi naturali, ritenuti luoghi sacri dai Maya e nei quali si calavano con lunghe scale di bambù, che un tempo gli abitanti del luogo avevano le loro riserve di acqua potabile, pura e fresca, utilizzata anche per irrigare i campi in caso di siccità. Oggi i “cenotes” sono diventati il luogo dove effettuare immersioni tra le più belle del mondo. Nei dintorni di Playa del Carmen e Tulum si trovano alcuni dei “cenotes” più importanti dello Yucatan, nei quali è possibile immergersi assistiti però da personale altamente specializzato:
Chac Mool, a 10 km da Playa
Ponderosa e El Eden, a 35 minuti
Taj-Mahal, a 40 minuti
Chikin Ha, a 30 minuti
Dos Ojos, a 45 minuti
Nohoch Nah Chich, a 50 minuti
Akctun Ha (Carwash), a 65 minuti
Gran Cenote, a 65 minuti
Temple Of Doom, a 60 minuti
Cosa sono i cenotes
Nel periodo Permiano (oltre 220 milioni di anni fa) la penisola dello Yucatan, che attualmente separa il Golfo del Messico dal Mar dei Caraibi, era completamente coperta dalle acque così che coralli e sedimenti vari accumulatisi nel corso del tempo hanno contribuito a formare una vasta piattaforma di rocce calcaree fossili. Con il passare delle Ere geologiche questa area si è innalzata sul livello del mare tanto che, durante l’ultima grande Era Glaciale, quando il livello delle acque era oltre 100 metri più basso di quello attuale a causa dell’intrappolamento dell’acqua sotto forma di ghiaccio, le piogge hanno avuto tutto il tempo di erodere le rocce calcaree contribuendo a formare un enorme ed incredibilmente fitto sistema di cunicoli e caverne sotterranee. L’acqua, defluendo, sgocciolando e successivamente evaporando, ha poi creato uno stupefacente paesaggio fatto di stalattiti e stalagmiti dalle forme e dalle dimensioni estremamente varie, incredibili formazioni rocciose dalla delicatezza di un merletto all’ampiezza di una cattedrale. Con lo sciogliersi dei ghiacci, verso la fine dell’era glaciale, l’acqua ha poi invaso progressivamente, allagandolo completamente, questo intricato sistema composto da caverne, grotte, tunnel e passaggi anche della lunghezza di oltre 150 kilometri all'interno del territorio messicano. Successivamente la vegetazione, crescendo fitta come una giungla, ha completamente invaso tutta la zona dello Yucatan, contribuendo a sigillare e nascondere per oltre 10.000 anni ciò che era stato, con così tanta pazienza e maestria, creato dalla natura.
Un po' di storia
All’epoca dei Maya (dal 2000 a.C. al 1.450 d.C.), le volte di numerose grotte erano ormai crollate da tempo, aprendo dei pozzi più o meno ampi su questi fiumi sotterranei. La parola CENOTE deriva dal termine maya "D'zonot" che significa, nell'antica lingua, una cavità sotterranea che contiene permanentemente acqua. I cenotes erano considerati dai Maya come l'entrata di un mondo mitico e spirituale. A quel tempo i cenotes venivano usati prevalentemente come preziose fonti di acqua dolce, ma recenti ritrovamenti archeologici rinvenuti dragando il fondo di alcuni di questi passaggi (prevalentemente ossa umane, gioielli e suppellettili varie gelosamente custoditi presso il museo precolombiano di Città del Messico), hanno dimostrato che i cenotes sono stati anche teatro di cruenti quanto suggestivi riti religiosi, poiché vi venivano periodicamente gettati, e lì lasciati affogare, numerosi prigionieri di guerra e giovani vergini, probabilmente per rendere onore al Dio delle grotte "Balam Ha" o al dio della pioggia “Chac”. Nello Yucatan, fino ad oggi, sono stati esplorati 50 sistemi di caverne con più di 200 cenotes. Durante gli ultimi 20 anni sono stati esplorati più di 3000 chilometri di tunnel ma, ancora oggi, nessuno è in grado di dire quanti altri chilometri di gallerie subacquee devono essere scoperti e visitati.
L'immersione nei cenotes
I cenotes possono avere qualsiasi forma e dimensione, si possono presentare come lagune o come una frattura o colasso nelle roccie. L'acqua che entra nel cenote si chiama "SIPHON WATER" mentre l'acqua che esce si chiama "SPRING WATER". In alcuni di questi luoghi troviamo sia acqua salata che acqua dolce, le quali formano degli strati che non si mescolano, grazie al differente peso specifico (aloclino), e che creano suggestivi momenti di decadimento della visibilità. L'immersione in caverna richiede una scelta adeguata della propria guida per ridurre i limitati rischi rappresentati, comunque, dall’effettuare una immersione in un ambiente coperto da un tetto roccioso e che non puo’ quindi essere considerata come una immersione in acque libere. Immergersi in un cenote significa immergersi in luoghi dove non è possibile uscire direttamente in superficie, come in mare, ma e’ necessario ritornare al punto di inizio dell’immersione seguendo un cammimo prestabilito e marcato dalla presenza di un “filo di Arianna”. Senza dubbio l'immersione in caverna è molto semplice e sicura purchè ci si fermi in zone di luce e non ci si addentri oltre i 60 metri dall'entrata.